Linkedin, linkedin delle mie brame… chi e’ il piu’ manager del reame?

Lion

 

Scherzosa psico socio analisi dei nostri volti su LinkedIn.

Guardando l’altro giorno la schermata che appare accettando una richiesta di collegamento notavo come LinkedIn sia davvero uno specchio delle proprie brame professionali.
Tutti involontariamente ci mostriamo, sottolineo involontariamente, nella nostra fragilità (cosa buona) di umani.

I maschi tendono spesso ad avere, in ovvia versione attuale, ritratti equestri sul genere di quello celeberrimo del Gattamelata ad opera del Verrocchio.
Chi è ritratto in ambienti sfarzosi davanti a stucchi e specchiere dorate, colonne antiche, lampadari immensi di Murano, chi invece, e sono tantissimi, con il microfono in mano, segno che arringare le folle è un sogno nascosto in tutti noi.
Forse tutti avremmo voluto essere Mick Jagger o Bruce Springsteen, il Duce o all’opposto Fidel Castro, Beppe Grillo… o magari il Papa…

In scontato declino le classiche foto anni 60 con il telefono in mano ma il piglio severo del condottiero in noi maschi è vivo e vegeto.
Pochi in effetti gli uomini sorridenti e tranquilli, la maggioranza è su un ipotetico ponte di una corazzata che sta attaccando la Normandia il 6 giugno ‘44.
I russi dicono che gli uomini per sentirsi tali, nella loro cultura, devono essere sempre truci e arrabbiati, fa parte degli stereotipi virili, anche i nostri manager si vede che la pensano uguale, sorridere è debolezza imprenditoriale?

Le femmine invece sono decisamente più varie e, per fortuna, molto più sorridenti e allegre segno che la cultura del truce manager non è filtrata per il momento nelle icone del sesso femminile (ma arriverà, temo).
Poche si lasciano tentare dal mostrare il proprio lato estetico, la “femme fatale” su LinkedIn non è molto diffusa e pare sia meno estesa anche la propensione a nascondersi dietro a ruoli top e ambienti chic. Anche se ovviamente le debolezze del microfono valgono sia nei maschi sia nelle femmine.
Nel complesso, a mio modesto parere (di maschio) risultano più vere grazie a tantissime foto in cui si presentano allegre e sorridenti, spesso in vacanza e con il mare sullo sfondo.
Pochissime hanno bimbi in braccio: la maternità era un tema caro ai pittori del rinascimento ma oggi in termini di carriera si tende naturalmente a non metterla in primo piano.

Naturalmente siamo tutti umani e questa “analisi” vuole solo essere simpatica e affettuosa verso il nostro lato più vero che spesso al lavoro pensiamo, a torto, di dover nascondere.

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