Una storia da salmoni… ricordate “i Diecimila” narrati da Senofonte nell’Anabasi?

soldati

 

Siamo circa nel 400 a.C. e la drammatica, ma anche vittoriosa nel senso che la maggior parte salvò la pelle, storia della marcia dei Diecimila che Senofonte (allievo di Socrate) narrò con dovizia di particolari nell’Anabasi è un vero percorso da Salmoni che ha qualcosa di incredibile.

Tanto incredibile da aver ispirato Sol Yurick che scrisse il romanzo “I guerrieri della notte” da cui è tratto il celebre, omonimo, film del 1979 “The Warriors”.

Ma… torniamo indietro nel tempo.

Ciro il Giovane litigava con il fratello Artaserse per il trono di Persia (sempre la stessa storia…), il fratello non voleva chiaramente cederglielo e così Ciro organizzò un esercito di circa diecimila greci (disoccupati dalla guerra del Peloponneso ormai terminata) per muovere contro di lui.

Lo scontro avvenne a Cunassa, non tanto distante da quella che oggi si chiama Baghdad City. Le truppe di Ciro ebbero inizialmente la meglio ma il risentimento di quest’ultimo verso il fratello lo spinse sconsideratamente nel campo avversario dove fu ucciso.

Il fronte si ribaltò ed iniziò la marcia dei Diecimila che dovettero ripiegare verso casa continuamente attaccati, prima dai Persiani, poi dai Barbari, dai Carduchi, dai Taochi, dai Calibi…. Una lista di nemici pressoché infinita come nei videogame dove sconfitto uno ne arriva sempre un altro.

Tra andata e ritorno percorsero qualcosa come 7.000 kilometri (ossia 1.150 parasanghe, unità di misura oggi non molto utilizzata) in un tempo complessivo di un anno e tre mesi affrontando la fame, il freddo, le malattie e i continui attacchi.

Eppure ce la fecero e si calcola che tornarono in patria quasi 8.000 mercenari sui 10.000 iniziali, una percentuale incredibile se si pensa alle difficoltà che dovettero fronteggiare.

Una chiave di lettura della loro marcia vittoriosa verso la sopravvivenza è nella cultura aperta che caratterizzava la civiltà ellenica, una cultura, come noto, fondata sulla partecipazione e sul governo consensuale che permise loro di essere militarmente flessibili e di adattarsi continuamente ad una situazione oggettivamente difficilissima, ideando sempre nuove tattiche, eleggendo senza esitare nuovi strateghi il cui operato era sottoposto ad una continua verifica collettiva…

Interpretarono al meglio uno scenario da incubo senza lasciarsi sopraffare ma modellando il loro modo di procedere in base … alla mutevolezza del “mercato”.