Social Network

Anche in questo caso tutti ne parlano ma…
Facebook, Twitter, LinkedIn, Research Gate, YouTube, Instagram, Pinterest…
Tante piattaforme ognuna con una propria specificità.

Nel B2B è bene compiere subito alcuni distinguo:
partiamo da LinkedIn, una piattaforma nata essenzialmente per veicolare curriculum e creare nuove opportunità di lavoro poi trasformatasi in un potentissimo strumento di marketing one to one.

In origine LinkedIn era, in effetti, “solo” un ottimo ed efficace strumento per trovare un’occupazione migliore. Poi, grazie anche all’intuito delle menti della piattaforma stessa, ha trasformato la propria fisionomia cogliendo appieno l’opportunità di diventare il primo vero strumento di mktg “1to1” esistente nel mondo Social.

LinkedIn è un grande, grandissimo, campanile con una piazza sottostante molto vasta

LinkedIn oggi sta assumendo sempre più la forma di un altissimo campanile sotto al quale sta una grande piazza: quando si fa parte di questa parrocchia, oggi si dice community, si risponde ai messaggi di invito a partecipare a discussioni, a richieste di incontro… con uno spirito appunto “campanilistico”… Siamo quasi compaesani quindi non ci diciamo di no.

La prima barriera di diffidenza e rifiuto è superata, può sembrare ridicolo eppure è uno dei segreti di questo Social. Permette di entrare in contatto molto facilmente tra professionisti superando le reticenze iniziali di ogni rapporto.

Ma LinkedIn è anche uno strumento per creare eccellenti database di qualità

LinkedIn offre anche altre potenzialità da non trascurare: ad esempio se si vuole conoscere il CEO, il CFO, il responsabile manutenzione o R&D di un’azienda ….(o altre funzioni naturalmente) su LinkedIn è molto probabile riuscire ad identificarlo ed altrettanto facile potere entrare in contatto.

Questo permette la costruzione di db mktg di qualità.

La piattaforma sta poi affinando e potenziando molte sue funzioni, come LinkedIn Plus, LinkedIn Premium … ed altre, in continua evoluzione, che ne accrescono le potenzialità nel mktg relazionale e conversazionale.

Research Gate, strutturalmente simile, è meno conosciuta in quanto ancora più di nicchia e  specializzata perché rivolta ad un universo scientifico molto specialistico.

 

Facebook

Negli articoli qui sotto troverete alcuni esempi di come oggi sia possibile effettuare nuove e profonde ricerche di mercato, capaci di far affiorare bisogni inespressi, superando la rigidità dei focus group ed utilizzando proprio i Social come strumento innovativo per le aziende B2B.

Ricordiamo che alle spalle di ogni mercato B2C ne esistono molti, molto più vasti, B2B.

Al di là di questa funzione, ancora tutta da esplorare ed in fase sperimentale di cui ci sentiamo un po’ pionieri, ma già portatrice di risultati particolarmente soddisfacenti, Facebook, il Social Network per eccellenza utilizzato da oltre 1,4 miliardi di utenti nel mondo (dato fine 2014) è uno strumento eccellente di dialogo, ma ribadiamo soprattutto di ascolto, con il proprio mercato a condizione di sapersi rapportare con il “giusto” approccio, che è poi quello universalmente necessario, ma spesso misconosciuto, sul web ma anche con gli umani.
Ma qual è questo approccio?

 

Editori non venditori

Fornire contenuti (vedi strategia dei contenuti) utili, interessanti, coinvolgenti, sempre nuovi e aggiornati, naturalmente gratuiti, non autoreferenziali …. alla propria community, ossia al proprio mercato obiettivo, dimenticandosi per un attimo, ma non solo, di voler/dover vendere, mettendo al primo posto il piacere di informare (a margine potete leggere alcuni contributi sul tema):
questo è lo spirito per avere successo con Facebook sia nel B2B sia nel B2C.

Se ci pensiamo un attimo anche per interessare una ragazza/o si fa la stessa cosa se si ha una motivazione seria.

Su Facebook si potrebbero scrivere infiniti altri capitoli, è uno strumento molto duttile che merita di essere utilizzato e compreso a fondo e che richiede esperienza, si scopre sempre qualcosa di nuovo.
Raccomandazione per l’uso: non trattatelo come la “vecchia” tradizionale pubblicità, è tutta un’altra cosa.  E non mettete per favore solo le foto della “grigliata” aziendale di agosto o del panettone di Natale, ovvero non siate autoreferenziali, sforzatevi di pensare e di capire cosa interessa davvero a chi legge (non cosa piace a voi).

Nel 2019 l’80% del traffico Internet sarà tutto di video
E’ ancora, naturalmente, solo una stima ma si sa che un video aumenta di oltre 50 volte l’indicizzazione su Google e che produce risultati superiori ad oltre il 500% di una mail o di un messaggio cartaceo con una potenza comunicativa pari a quella di quasi due milioni di parole!

Ma i video spesso sono troppo lunghi, noiosi, terribilmente noiosi… e poi diciamo: “ma non funzionano!”.
L’attenzione si gioca tutta nei prima 9 secondi scarsi, per l’esattezza 8,25 secondo le stime di un noto centro studi americano. Si può chiaramente arrivare a circa 2 minuti e qualcosa nel complesso ma il cuore della nostra partita è in quei primi 9 secondi scarsi nei quali dobbiamo far capire ben il nostro messaggio, essere sinceri, empatici…. Non facile vero? Dobbiamo “liofilizzare” i nostri messaggi, come il cibo per astronauti.

Ci sono anche i messaggi audio, quelli che si possono ascoltare in macchina mentre si guida o correndo la maratona di New York (scherziamo…ma magari facendo jogging davvero).
Il formato audio è in crescita anche perché richiede uno sforzo molto ridotto per essere realizzato e, in effetti, è fruibile in moltissime situazioni.