uccellino

 

Twitter da tempo è ammalato. I suoi utenti nel mondo sono rimasti, a quanto pare, per ben due trimestri di fila, circa 300 milioni mentre Facebook ha continuato a crescere superando il miliardo e mezzo.

Ma non è tanto la differenza oggettiva di mercato, nota da tempo, ad essere significativa, quanto la mancata crescita a fronte di quella esponenziale della piattaforma parallela.

La genialità del limite autoimposto a 140 caratteri, che ne ha decretato l’iniziale successo mondiale, ne sta, oggi, forse segnando la fine e l’autoimplosione.

Twitter ha rappresentato per anni lo strumento ideale della cronaca, il cinguettio naturale dei giornalisti e dei politici, con la sua estrema sinteticità è riuscita ad annunciare al mondo intero milioni di notizie, anche brutte come logico purtroppo, veramente in tempo reale.  Ma il volo ora sembra essersi arrestato.

A capo dell’azienda è stato richiamato, come avvenne molti anni fa con immenso successo per Apple, Jack Dorsey, uno dei fondatori che da piccolo, narra la leggenda, fu un grandissimo e appassionato ascoltatore dei messaggi radio della Polizia da cui, evidentemente, ha mutuato lo stile conciso e secco.

Anche il titolo in Borsa vola a stento anzi non vola proprio, è l’espressione adatta, e l’azienda si interroga addirittura sulla possibilità di snaturare il proprio DNA superando il limite dei 140 caratteri.

Vedremo se la passione del fondatore riuscirà, come per Apple, a far riaprire le ali al mitico uccellino per un nuovo volo.