Internet lo avevano già inventato… le piante!

Da The Economist del 6 luglio 2013

piante

 

L’articolo a pag.71 rivela che le piante posseggono un sofisticato sistema di comunicazione contro i pericoli grazie ad una rete “internet” sotterranea di funghi per comunicare tra loro eventuali attacchi esterni.
Ciò avviene mediante l’emissione di sostanze chimiche da parte della pianta danneggiata, che vengono recepite dalle altre, che possono così, grazie all’alert, difendersi.

David Johnson dell’università di Aberdeen ha dimostrato che esiste una vera e propria rete Internet, costituita da ife fungine (filamenti che compongono il corpo vegetativo dei funghi) che operano come una Wi-Fi locale, per allertare le piante di fagioli in caso di attacco da parte di afidi (pidocchi delle piante).

Un primo esperimento fu effettuato nel 2010 da un team di ricercatori cinesi e dimostrò che quando una pianta di pomodori viene infettata dalla ruggine delle foglie, le piante vicine attivano geni che aiutano a scongiurare le infezioni.
I ricercatori compresero che i funghi del suolo, le cui ife sono simbiotiche con i pomodori (in quanto forniscono loro minerali in cambio di cibo) avevano creato una rete di collegamento tra una pianta e l’altra ipotizzando che le molecole di segnalazione del pericolo passassero proprio attraverso la rete fungina.

Johnson scoprì poi che anche le piante di fave, quando sono attaccate dagli afidi, rispondono con sostanze chimiche volatili che irritano i parassiti ed attirano le vespe caccia-afidi. Non sapeva, però, come il messaggio poteva diffondersi direttamente da pianta a pianta.

Come ha riportato in Ecology letter, Johnson, insieme ai suoi colleghi, ha realizzato sei mesocosmiognuno contenente cinque piante di fagioli in cui le piante sono state fatte crescere per quattro mesi interagendo liberamente con i funghi simbiotici nel suolo. Tralasciamo una più approfondita spiegazione tecnica per giungere al dunque della incredibile rete internet: dopo cinque settimane tutte le piante sono state coperte con sacchetti che lasciavano entrare ed uscire biossido di carbonio, ossigeno e vapore acqueo ma fermavano il passaggio di molecole più grandi, quelle che le piante di fagiolo possono usare per comunicare.
Al termine dell’esperimento, una volta raccolta l’aria presente all’interno delle borse è risultato che le sostanze volatili provenienti dalle piante infestate attraggono le vespe e respingono gli afidi.

Il team ha avuto lo stesso risultato nel caso di piante non infettate che hanno avuto un contatto senza interruzioni con le ife e con le piante infettate che hanno avuto bloccato il contatto con le radici.

Se, durante l’esperimento, sono state bloccate sia le ife sia le radici i volatili provenienti dalle piante non infestate hanno attratto gli afidi mentre le vespe sono rimaste indifferenti.

Sembra quindi certo che le piante di fagioli usino i loro funghi simbiotici per creare una rete di comunicazione per allertare i loro vicini. Questo avvertimento aiuta le piante attaccate per prime ad attirare un maggior numero di vespe e aiuta i funghi “messaggeri” a preservare le leguminose che li ospitano.

Tutto ciò ci conferma che nulla si crea e nulla si distrugge… anche Internet era già stata inventata!

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