Il Cluetrain oggi

La perduta innocenza del web descritta oggi da chi ne scrisse allora il canto d’amore

“Gli annunci pubblicitari che sembrano umani ma provengono dagli intestini irritabili del vostro ufficio marketing macchiano il tessuto del web”  Tesi n.60

Tesi n.64 “Smettetela di travestire gli annunci da notizie nella speranza che non ci accorgiamo dell’etichetta appesa alla loro biancheria intima…”

Tesi n.79 “Google, Amazon, Facebook e Apple sono tutte nel business degli occhiali. La principale verità è che i loro occhiali sono in realtà paraocchi…”

David Weinberger e Doc Searls, a 15 anni di distanza dal celebre Cluetrain Manifesto, descrivono, con una buona dose di realistica malinconia, in 121 nuovi clue, la perduta innocenza di una rete che, nel 1999, apparve come un nuovo luogo virtuale capace di rigenerare un mondo deluso e affaticato, oppresso dal peso di una pubblicità invasiva, dove i sentimenti umani, la lealtà e la sincerità avrebbero finalmente trionfato.

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Era una versione moderna di un Eden, sempre disperatamente perseguito dall’uomo e mai raggiunto, che comunque colpiva per la sincerità ed il valore morale di quanto annunciato.

Apprezzo moltissimo l’amara constatazione a cui giungono David Weinberger e Doc Searls in “The net is of us, by us, and for us”.

Personalmente condivido in toto: le aziende hanno ripreso a fare i caroselli anche sul web. Apri un portale, che so, il meteo, e ti trovi l’annuncio della casa automobilistica, clicchi per chiuderlo ma non si chiude, devono passare tot secondi, ovunque banner che non si spengono….

Peggio di Carosello perché popolato da migliaia di folletti venditori.

Le aziende hanno ripreso il loro vizietto e scordato completamente le premesse fondamentali del web.

Ma ho un dubbio: che stiano mancando una clamorosa occasione di capire davvero cosa vuole e sente il proprio mercato. Quindi di poter rispondere ad esso nel modo migliore.

Ricordo alcune tesi del 1999:
1. I mercati sono conversazioni.
2. I mercati sono fatti di esseri umani, non di segmenti demografici.
3. Le conversazioni tra esseri umani suonano umane. E si riconoscono dalla voce.

17. Se le aziende pensano che i loro mercati online siano gli stessi che guardavano la loro pubblicità in televisione, si stanno prendendo in giro da sole.

24. Vanterie ampollose del tipo “siamo posizionati per essere il primo fornitore di XYZ” non costituiscono un posizionamento.

33. Imparare a parlare con voce umana non è un gioco di società…

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