I concetti della buona comunicazione
(partendo dalle basi e cercando di semplificare il più possibile)

L’essere umano per sua stessa natura intrinseca comunica.
Non può non farlo, la vita stessa è comunicazione.

“L’essere umano non decide se essere comunicante, lo è fin dalla nascita. Ne è un esempio il pianto del neonato appena dopo il parto che comunica sofferenza mista a stupore. Comunichiamo sempre per raggiungere un obiettivo: scoprire e spiegare qualcosa, stare in compagnia, esprimere i propri sentimenti, dimostrare interesse per una data situazione, fare in modo che qualcuno si comporti in una certa maniera. In queste e tante altre occasioni la comunicazione è fondamentale: attiva un processo di relazione, scambio e di comprensione reciproca tra gli interlocutori.”

E saper comunicare bene può alzare di molto la qualità della vita di uno (o molti) individui.
E se la vita ha senso solo se la sua qualità è buona, conviene imparare a comunicare bene ed a capire ed imparare alcune regole/stratagemmi “trappole” e fantasmi della comunicazione stessa.

Poiché chi comunica con noi non sempre (anzi raramente) lo sa fare nel modo giusto e più produttivo.
Anzì, il più delle volte è una comunicazione “sporcata” da una mancata chiarezza dell’individuo nel NON sapere cosa
vuole comunicare, oppure, nel farci credere che vuole comunicare una cosa quando invece vuole ottenerne un’altra
(manipolazione).

Saper comunicare in modo chiaro è un’arte raffinata e le relazioni tra gli individui (ed anche tra tutti gli esseri viventi) sono regolate dalla comunicazione.
Con una comunicazione mirata, pulita, chiara ed efficace si possono evitare pericolosi conflitti.
Anzi, io credo che una “colpa” importante nei conflitti possa essere attribuita da una comunicazione difettosa…

Per comunicare bene è necessario conoscere noi stessi, e la persona che ci sta di fronte.
Per fare questo è necessario avere (anche) una certa cultura dei funzionamenti di base dalla psciche umana. (Non per
forza in realtà..c’è chi ci arriva con l’intuizione e la sensibilità. Quindi in questo caso, a mio avviso, la soluzione/la chiave è un buon equilibrio tra le nozioni, la conoscenza di stessi e l’ascolto di chi ci sta di fronte).

Poichè per comunicare bene non possiamo essere megalomani e totalmente concentrati su noi stessi. Se lo saremo andrà a finire che aspetteremo solo il nostro turno per parlare senza minimamente ascoltare chi ci sta di fronte.

Per comunicare dobbiamo entrare in empatia con l’altro, dobbiamo essere aperti a conoscerlo.

Anche il WMF (Web Marketing Festival) in molti interventi ha riportato l’esempio che il modo migliore per soddisfare il cliente è quello di conoscerlo il più possibile e di entrare in modo profondo a contatto con lui. COMUNICARE VUOL DIRE “METTERE IN COMUNE” e quindi aprirsi.

Per comunicare bene ci sono degli stratagemmi molto semplici da tenere a mente (vedi esempio ombrello rosso).

La natura, per esempio, comunica sempre in modo molto chiaro ed essenziale. Quando un fiore è velenoso ha dei colori più accesi (niente di troppo complesso 😉 )
Quando un cane vuole difendere il proprio territorio abbaia.

Comunicare bene vuol dire avere un buon equilibrio e non dire “bugie” (o riportare notizie troppo distorte dalle nostre false percezioni).

Comunicare bene vuol dire avere senso di responsabilità e rendersi conto che il nostro atto comunicativo può avere un impatto anche molto forte su chi lo riceve.

Comunicare bene vuol dire avere rispetto di chi ci sta di fronte (senza volerlo ferire o danneggiare).

Per comunicare bene è necessario rendersi conto che una comunicazione non chiara probabilmente si ritorcerà contro di noi.

Per comunicare bene è necessario “VEDERE LA REALTA’ CHE CI STA DI FRONTE” (non vedere solo negatività…ma il giusto equilibrio di ciò che esiste davvero).