Violenza sulle donne: al via i corsi aziendali per imparare a difendersi

La violenza sulle donne è un dramma sociale che costa 604 milioni di euro.
Ecco perché difendere le donne significa anche tutelare il Paese.

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Secondo il rapporto Istat pubblicato a giugno 2015, quasi 7 milioni di donne in Italia hanno subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, dalla minaccia alle percosse fino allo stupro vero e proprio. Nonostante gli episodi di violenza avvengano spesso in una dimensione privata, le ricadute impattano in misura considerevole anche sul versante pubblico, economico e lavorativo, con costi che gravano significativamente anche sui datori di lavoro.

Basti pensare al decreto attuativo del Jobs Act sulla conciliazione vita-lavoro, approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri l’11 giugno 2015, che stabilisce che le donne vittime di violenza di genere, ed inserite in un percorso di protezione, abbiano diritto ad assentarsi dal lavoro su base oraria o giornaliera, per un periodo massimo di tre mesi nell’arco di tre anni, continuando a percepire l’intera retribuzione.

Una disposizione che per le aziende si traduce concretamente in deficit per la ridotta o mancata produttività della lavoratrice in termini quantitativi e qualitativi, in costi amministrativi per la gestione delle assenze e in spese per la sostituzione e per la formazione di eventuali sostituti.

Un’indagine nazionale promossa dall’Ong Intervita Onlus (*) e basata su dati Istat stima una perdita di giorni lavorativi a seguito di episodi di violenza che va da un minimo complessivo di 230.000 giorni a un massimo di circa 1,9 milioni di giorni. Numeri, questi, che permettono di ipotizzare un costo per mancata produttività in un range compreso tra 21,9 milioni di euro e 186 milioni di euro (stimando un reddito medio da lavoro femminile giornaliero pari a 95,2 euro). Coinvolgendo nell’analisi anche gli altri soggetti che a diverso titolo subiscono delle conseguenze economiche per la ridotta produttività, quali la stessa vittima, lo Stato, gli istituti previdenziali e il Paese, si ottiene un valore medio pari a 600 milioni di euro.

Insulti e minacce, ma anche percosse, pugni e maltrattamenti gravi: violenze fisicamente debilitanti che spesso costringono le vittime ad assentarsi dal lavoro per malattia. Prendendo in considerazione retribuzioni, ratei, quota tfr, contributi previdenziali e premi Inail nel settore del commercio, un mese di malattia costa all’azienda 1276,94 euro nel caso di un’operaia, 1282,46 euro per un’impiegata e 8090,65 euro per una dirigente. Nel settore dell’industria un mese di malattia di un’operaia costa alla ditta 1496,41 euro, di un’impiegata 2592,04 euro e di una dirigente 8028,01 euro (**). Cifre che si sommano ai costi per i congedi retribuiti che la donna chiederà se e quando troverà il coraggio di denunciare la violenza.

In un contesto di questa portata risulta fondamentale agire in un’ottica di prevenzione per arginare la barbarie della violenza sulle donne e limitare di conseguenza le ripercussioni sugli altri soggetti coinvolti. Le aziende stesse possono giocare un ruolo chiave avviando una nuova politica di welfare che tenga conto di questo fenomeno, proponendosi come parti attive ed eticamente impegnate e fornendo alle lavoratrici gli strumenti necessari per riconoscere in autonomia tutti quei comportamenti volti a compromettere la loro integrità psicologica, fisica e morale.

“La normativa italiana è variegata ed efficace” – dichiara Alessia Sorgato, cassazionista specializzata in diritto penale delle vittime e da sempre impegnata nella lotta contro le violenze di genere – “il punto è che la maggior parte delle donne non si rende conto di trovarsi in condizioni di maltrattamento oppure ignora i rimedi che la legge offre”.

Per questo è nato il progetto GIÙ LE MANI DALLE DONNE NELLE AZIENDE, finalizzato a fornire alle lavoratrici un supporto professionale e altamente specializzato attraverso un ciclo di incontri formativi rivolti prevalentemente alle quote rosa. Obiettivo è sviluppare un’azione sinergica a sostegno delle donne, contribuire a creare consapevolezza, infondere coraggio e soprattutto offrire suggerimenti concreti per reagire alla violenza secondo quanto previsto dalla legislazione.

Separazione e violazione degli obblighi familiari, maltrattamenti, stalking, reati su internet, violenza sessuale, lesioni ed omicidio sono solo alcune delle tematiche che verranno affrontate e dibattute durante gli incontri, tenuti personalmente dall’Avv. Sorgato presso le sedi aziendali.

I moduli a disposizione possono essere discussi ed adattati secondo le esigenze ed i desideri dell’azienda richiedente, che potrà optare anche per corsi personalizzati coinvolgenti altri argomenti scottanti in tema di discriminazioni di genere (dalle molestie sessuali al mobbing, per esempio).

In supporto verrà fornito a ciascuna partecipante il volume “Giù le mani dalle donne, edito da Mondadori ed aggiudicatario di ben nove premi letterari, tributatigli per l’impegno civico e la professionalità dell’approccio.

Per ulteriori informazioni sui corsi o sul progetto:
r.maestroni@agenziazelaschi.it
035-0785050

(*) “Quanto costa il silenzio”, indagine nazionale sui costi economici e sociali della violenza contro le donne in Italia, di Intervita Onlus.
(**) Calcolo elaborato sulla base dei CCNL Industria e Commercio.