Il programma BellaFactory visto da vicino. Intervista all’Audit Coordinator, Angelo Galliano

Il programma BellaFactory secondo l’Auditor Coordinator Angelo Galliano: Audit, Certificazione e la formula per il miglioramento di una produttività destinata a diventare sempre più di qualità.

(tratto da BellaFactory Focus n.2 – Aprile 2016 – pag. 6 e 7)

 

An oil refinery, situated in a commercial harbor, during a radiant sunset. HDR image

 

Fondazione Ergo ha da poco lanciato il programma BellaFactory, un ambizioso progetto di audit e certificazione, al fine di identificare e misurare le opportunità di miglioramento del sistema produttivo delle aziende italiane. Nel 2015 è partita la fase pilota di questo ambizioso progetto; sono stati condotti 4 audit pilota presso gli stabilimenti Maserati AGAP di Grugliasco (FCA), Denso Thermal Systems di Avellino, Fincantieri Isotta Fraschini Motori di Bari e Magneti Marelli di Melfi. Tuttavia, è nell’anno 2016 che il programma si realizzerà in tutta la sua portata e verrà inaugurato il 14 aprile 2016 con un evento nazionale di lancio che vedrà il coinvolgimento di primarie Aziende italiane, delle Segreterie nazionali dei Sindacati, nonché di manager ed esperti dei temi dell’organizzazione aziendale. In questa occasione verranno anche consegnati i primi Certificati ed Awards agli stabilimenti già coinvolti negli audit.

MA IN COSA CONSISTE IL PROCESSO DI CERTIFICAZIONE? COME SI SVOLGE E QUALI OBIETTIVI SI PONE?
Lo abbiamo chiesto ad Angelo Galliano, Auditor Manager e coordinatore dei primi quattro progetti pilota. Rispondendo alle nostre domande ha provato a fare chiarezza attorno ad alcuni temi, il primo dei quali è questo: “Il più importante aspetto da comprendere è che non si tratta di uno dei classici e conosciuti audit di natura finanziaria. Lo definiamo più propriamente un audit di produttività.”

COSA SI INTENDE CON QUESTA FORMULA?
L’idea è quella di verificare, tramite rilievi sul campo, quali siano i metodi più efficaci per il ciclo di lavoro specifico di questo o quello stabilimento produttivo. Cerchiamo di capire, attraverso analisi qualitative e quantitative, quali siano ad esempio i costi associati al processo di trasformazione, al coordinamento di squadre e di team, ai controlli e alla gestione della qualità e ad altre funzioni che lo stabilimento ha predisposto per supportare la produzione. Allo stesso tempo, si verifica quale sia la sostenibilità sul lungo periodo dei livelli di produttività misurati andando a valutare la situazione della Sicurezza, dell’Ergonomia. In sostanza, si valuta la maturità del Production System aziendale, ovvero il suo “Sistema Operativo”: quell’insieme di processi, regole e strumenti che consentono di operare con efficienza ed efficacia implementando un processo di miglioramento continuo.

PERCHÉ LA CERTIFICAZIONE BELLAFACTORY È RITENUTA UN CASO UNICO IN TUTTA ITALIA?
A mio parere, perchè per la prima volta si applica un approccio olistico alla produttività, condotto da un team neutrale ed indipendente dalle realtà aziendali. La produttività viene valutata come parte di un “Sistema-stabilimento” che deve saper coniugare il raggiungimento di obiettivi di volume e qualità (efficacia) con il contenimento dei costi (efficienza) e la salvaguardia del benessere delle persone che lavorano in stabilimento (sicurezza ed ergonomia).

PROVANDO AD ENTRARE NEL CONCRETO, IN COSA CONSISTE OPERATIVAMENTE L’ATTIVITÀ DI AUDIT? QUALI SONO I PASSAGGI PRINCIPALI?
Prima di tutto, per rendere l’audit il più efficiente possibile sono state predisposte delle agende di attività standard che vanno dai 3gg per gli stabilimenti più piccoli (100-150 lavoratori diretti) sino ai 5gg per gli stabilimenti con oltre 1000 lavoratori; le agende sono poi concordate e adattate allo specifico stabilimento da auditare. Questa prima fase è necessaria in quanto l’audit è pervasivo e coinvolge molte delle risorse dello stabilimento. In seguito, durante una prima riunione si spiega l’approccio, si scelgono le postazioni e le aree che costituiranno il campione per le rilevazioni, si raccoglie tutta la documentazione e si confermano i gruppi di lavoro.

IN SEGUITO COSA SUCCEDE?
Le attività vere e proprie procedono poi in parallelo a coprire 4 aspetti dell’organizzazione produttiva. Il primo aspetto è il Production System; esso viene valutato attraverso interviste, rilievi documentali e sopralluoghi sulle aree di lavoro per verificare l’operatività quotidiana e l’attività dei cantieri o dei team di miglioramento. Il secondo ed il terzo aspetto, riguardati in specifico la Produttività e l’Ergonomia sono valutati contemporaneamente attraverso rilievi nei reparti di lavorazione o sulle linee di assemblaggio, andando poi ad esaminare il ciclo di lavoro, la sua rispondenza con quanto visto e rilevato nei reparti, la congruenza dei tempi indicati rispetto agli standard internazionali e il livello di ergonomia delle singole postazioni esaminate. Il quarto punto riguarda le relazioni Azienda-Sindacati ed è coperto tramite una o più interviste con le RSU di stabilimento: coinvolge aspetti quali la trasparenza nella comunicazione azienda-sindacati, il livello di informazione e di formazione delle controparti sindacali. I rilievi e i risultati sono condensati in un report in cui il tutto viene tradotto in un punteggio che arriva ad un massimo di 4, considerato il livello di eccellenza, senza lacune da colmare. Il report non contiene solo il risultato preliminare dell’audit e l’eventuale raggiungimento della certificazione BellaFactory, ma anche una lista di spunti di miglioramento e di aree dove focalizzarsi per colmare le lacune riscontrate. Resta poi all’azienda il compito di applicare i suggerimenti e le indicazioni contenuti nell’audit report.

I PUNTI DI FORZA DELLA CERTIFICAZIONE SONO SENZA DUBBIO L’OGGET-TIVITÀ E L’INDIPENDENZA DELLA VALUTAZIONE. QUALI SONO I CRITERI A CUI LE ANALISI SI ISPIRANO?
I criteri di valutazione dipendono dall’aspetto valutato: a seconda del tipo di processo produttivo analizzato si sono stabiliti dei “livelli obiettivo”, anche inferiori al massimo, che rappresentano le best-performance/benchmark per quella specifica situazione, al fine di poter evidenziare non solo le aree ove lo stabilimento performa al di sotto del riferimento, ma anche quelle ove il riferimento è superato – queste aree potrebbero infatti rappresentare uno spreco di risorse da destinare invece ad aree ove lo sforzo pagherebbe di più. L’aspetto relazionale Azienda-Sindacati è stato studiato per rispondere all’esigenza delle RSU di avere un punto di vista indipendente sulle modalità di applicazione delle tecniche Ergo-UAS nelle aziende e, come parte di questa valutazione, è nata l’esigenza di valutare come/quanto le RSU siano parte del processo e siano quindi formate ed informate in modo adeguato per poter operare in azienda. Per quanto riguarda invece Produttività ed Ergonomia si utilizzano riferimenti e standard riconosciuti e diffusi a livello internazionale quali l’MTM per la definizione dei tempi ciclo e l’EAWS per la valutazione Ergonomica. Da ultimo, per poter valutare i livelli di produttività e consentire il confronto tra realtà diverse – e anche tra ambiti industriali diversi – si è messo a punto un benchmark di produttività che ricostruisce la situazione ideale per una serie di settori industriali. Questo consente di misurare la distanza tra quanto viene rilevato in stabilimento ed il riferimento; questa distanza rappresenta ad tutti gli effetti una perdita di competitività dello stabilimento rispetto al benchmark e contribuisce alla determinazione del punteggio nell’area produttività.

IN BASE ALL’ACCOGLIENZA RICEVUTA IN FABBRICA, COME LE SEMBRA CHE VENGA RECEPITO IL LAVORO DEGLI AUDITOR? AVETE TROVATO COLLABORAZIONE?
Tutti i rilievi, le analisi e le interviste sono svolte con la piena partecipazione del personale dello stabilimento e sono completamente trasparenti, con la stessa modalità di svolgimento delle domande, degli approfondimenti e delle verifiche. Essendo il tutto rivolto al miglioramento dello stabilimento, l’accoglienza è decisamente buona ed il livello di collaborazione fornito da tutte le persone incontrate in stabilimento elevato. Gli operativi dello stabilimento hanno visto l’audit come una possibilità di miglioramento personale; il fatto stesso di porre domande ed evidenziare aspetti che non sono ottimali costituisce una possibilità di cambiare, ridurre le perdite e migliorare la qualità del modo di lavorare. Inoltre, il report di audit, oltre ad evidenziare le carenze e i punti deboli rilevati, comprende anche alcuni suggerimenti puntuali per porre rimedio agli stessi; cosa che viene apprezzata sia dalla direzione di stabilimento sia da quella aziendale.

IN DEFINITIVA, CHE RUOLO PUÒ GIOCARE IL PROGRAMMA BELLAFACTORY NEL MIGLIORAMENTO DEL MANIFATTURIERO ITALIANO?
Credo che la diffusione dell’Audit BellaFactory possa dare contributo al miglioramento della competitività degli stabilimenti, fornendo alla direzione e alle risorse operative degli stessi indicazioni puntuali, certe e misurabili sulle aree di miglioramento e su quanto queste siano distanti dalle migliori prestazioni della concorrenza. Inoltre, questo approccio consente di dimostrare che i temi di sicurezza ed ergonomia, a volte considerati come semplici elementi di costo necessari per il rispetto di norme e regolamenti, se affrontati in maniera corretta ed integrata sono sinergici ai progetti di miglioramento della produttività e ne amplificano i benefici. La Certificazione BellaFactory stessa potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo a livello di azienda, in quanto permetterebbe di distinguersi sul mercato e dalla concorrenza.

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